Da sempre sinonimo di cinema di qualità, i celebri fratelli anche questa volta non smentiscono la loro fama. L'ultima fatica presentata al Festival di Venezia e con due candidature all'Oscar "Burn after Reading" segue il filone inaugurato lo scorso anno con "Non è un paese per vecchi". Sulla scia dei film di spionaggio, la pellicola dipana trame e situazioni paradossali che farebbero impallidire il famigerato 007. I personaggi, creati per coinvolgersi maldestralmente ed inesorabilmente tra di loro, non sono una novità perchè riproposti in altri film ed è forse uno dei motivi che all'occhio dello spettatore, nonostante tutto, ciò che si guarda risulta familiare. "A prova di spia" è realmente un banco di prova, soprattutto per Brad Pitt che vede la consacrazione della sua carriera e forse dovrà un premio Oscar ai fratelli per la sua interpretazione. Bravo e divertente, ha sfoderato tutte le sue capacità attoriali nell'interpretare un credibile ricattatore, adolescente nell'animo e decisamente sopra le righe. In ottima forma John Malkovich ( altro candidato all'Oscar)che veste i panni di un analista della Cia allontanato improvvisamente dal suo incarico. Il suo stile non smentisce, anche il modo con cui tratta le sue memorie e vive i problemi dell'alcool è talmente personale che difficilmente si potrebbe pensare ad un'interpretazione che gli si avvicini.
George Clooney è una conoscenza ormai collaudata dei Coen, e questa volta riesce a tenere bassi i toni noir della trama e mantenersi sempre il perno centrale che lega le varie parti della sceneggiatura.
Concludo nel dire che delle volte, il desiderio di cambiare porta con sè illusione e paradosso e questo è ciò è quello che ci comunicano i Coen.
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